“The meaning of courage in dark times”
“Stregati da Sophia” si illumina della presenza di Zygmunt Bauman, emerito professore di sociologia dell’Università di Leeds, ospite della rassegna tenutasi il 24 febbraio a Benevento.
Il tema di questa edizione, il coraggio, è stato presentato da Bauman immerso in tempi bui, ostacolato da una società amorale, capitalistica, “liquida”, intrisa di incertezze dove si denota l’“apresenza” di valori assoluti, una società che si fa interprete della fragilità dell’uomo costretto quotidianamente a barcamenarsi tra la paura e il coraggio. La mancanza di sicurezze ha portato l’individuo ad alienarsi dalla propria vita, preferendo vivere catastematicamente, facendo sì che le proprie responsabilità siano affidate ad un leader d’opinione, ad un capo carismatico, ad un gruppo, ad “altro” da sé.
Heidegger e Sartre, citati dal professore, rappresentano un input al vivere un’esistenza autentica, significativa, il che significa essere fautori responsabili del proprio pensiero. Il solo sopravvivere, al contrario, è espresso da un sentimento, la paura che unita al dolore dà il segnale di pericolo e fa comprendere l’importanza dell’agire umano. La paura di esporsi è anche perdere il sé ricercando la propria identità nell’altro, seguendo una “moda”. In un mondo policentrico, consumistico, solo il nascondersi dietro uno schermo o una tendenza in voga, permette il piacere, o almeno l’assenza momentanea del dolore.
Il professore Bauman ha rovesciato l’aureo mondo virtuale o delle carte di credito presentandolo come buio e ha rivalutato, invece, il dolore, la paura fertile che diventano l’inizio del percorso arduo, sgradevole ma degno di un’autentica esistenza verso la meta aurea, l’individualità e non la massa. Un esempio di coraggio e di vita autentica per Bauman è Papa Francesco che ha rilasciato la prima intervista ad un giornale anti-clericale, la Repubblica, mostrando che gli steccati ideologici, il senso esasperato di appartenenza, fungono spesso da nutrimento alle divisioni e ai pregiudizi.
L’invito di Bauman, circondato da ragazzi entusiasti, è di ricercare l’autentico superando l’impersonale, di ascoltare la voce del sé, abbassando il volume dei rumori della folla.
Di Naomi Imposimato classe 5A Liceo Scientifico