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L’Istituto Fermi festeggia l’8 Marzo con una conferenza sulla violenza sulle donne.

L’8 Marzo, come tutti sappiamo, è la data che celebra l’acquisizione della parità dei diritti da parte delle donne.

L’Istituto Enrico Fermi di Montesarchio, da sempre partecipe ad iniziative su tematiche del genere ha ricordato questa ricorrenza con una conferenza che si è tenuta nell’Aula Blu dell’Istituto.

L’iniziativa ha un nome ed un proprio manifesto, “A voce alta: ri-comporre una vita, ri-diventare se stesse”. Come si evince dal titolo, la conferenza è stata incentrata principalmente sulle violenze subite dalle donne.

Hanno partecipato alla conferenza diversi docenti e tutti gli alunni delle classi V del Liceo, proprio a testimoniare l’interesse dei ragazzi all’iniziativa e alla tematica

L’incontro è stato aperto da un’alunna della VA del liceo scientifico, Naomi Imposimato, che ha presentato sia i relatori sia l’autrice del manifesto, Irma Ruggiero (alunna della VC del liceo scientifico), la quale ha motivato le sue scelte dal punto di vista stilistico spiegandoci le diverse sfumature di significato del suo affascinante disegno.

Il primo ad intervenire, aprendo così ufficialmente la conferenza, è stato il Dirigente Scolastico, il prof. Giulio de Cunto, che ha ricordato quanto la donna si sia emancipata negl’ultimi 50 anni e quanto questo sia dimostrazione della vera forza interiore delle donne. Ha inoltre aggiunto che il vero senso dell’8 Marzo non va svilito e che, se pur cosciente di dire un’ovvietà, la donna non va “festeggiata” solo un giorno all’anno, ma va rispettata sempre e comunque.

Ha preso la parola la dottoressa Marilena Coletta, responsabile del centro antiviolenza che opera in ben 11 comuni della Valle Caudina.
La psicologa ha affermato di occuparsi della riabilitazione psicologica delle donne che hanno subito violenza. Nonostante il centro sia attivo da molto ha precisato come le donne che denunciano le violenze subite sono comunque pochissime poiché la maggior parte di esse non saprebbe cosa fare senza il sostentamento economico del partner. La dottoressa ha così evidenziato come molte donne siano succubi di un sistema societario che impedisce loro di realizzarsi appieno sia in ambito lavorativo, e quindi economico, sia in ambito sociale, questo a causa dei pregiudizi che ancora logorano la civiltà del XXI secolo.

Di seguito, è stato proiettato un cortometraggio realizzato da Nanni Moretti su una donna ciociara che attraverso i suoi diari, ha descritto le violenze subite da parte del marito.
Questo ha testimoniato quanto la tesi della dottoressa Coletta fosse valida, infatti la donna nel video affermava di non aver mai denunciato le violenze del marito poiché non avrebbe avuto altro posto in cui stare se non casa sua, sapendo che probabilmente all’epoca nessuno le avrebbe dato ascolto.

Al termine del cortometraggio, ha preso la parola la dottoressa responsabile del CESVOB, un ente di volontariato che si occupa anche di aiutare le donne in difficoltà a causa delle violenze subite. Per la volontaria il problema di fondo sta nell’educazione che si impartisce sin da bambini ai futuri cittadini; bisogna sensibilizzarli maggiormente, esortandoli a denunciare i torti e le violenze subite e a non vivere nel tacito assenso.

L’ultimo intervento, ma non per importanza è stato quello della professoressa Rosa Di Notte, docente del Liceo Enrico Fermi e ormai da anni impegnata in attività legate a tematiche del genere. La professoressa ha spiegato come il prototipo di donna oggi sia sbagliato; l’immagine che dovrebbe passare è quello di una donna intelligente, dai sani valori morali e che basa la propria femminilità su sani principi e non sulla mercificazione del proprio corpo solo come adeguamento ad una società fin troppo materialista e poco attenta ai valori importanti di ognuno di noi.

E’ chiaro come nel mondo moderno la donna abbia ormai acquisito pari diritti rispetto all’uomo, com’è giusto che sia.

Tuttavia alle volte l’ignoranza regna sovrana e ci sono pregiudizi ancora profondamente radicati nella società odierna, difficili da estirpare, allora è necessario guardarsi allo specchio e chiedersi se davvero si stia facendo abbastanza per fermare qualsiasi forma di violenza.

Di Gianmarco Mataluni VB liceo scientifico

 

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