Fermiamo i femminicidi
La prima causa di morte per le donne dai 16 ai 44 anni è l’omicidio da parte di uomini da esse conosciuti.
Il termine “Femminicidio” può infastidire la sensibilità femminile perché si rifà al latino “femina”ovvero l’animale di sesso femminile, ma in realtà è stato scelto per distinguere in modo evidente l’omicidio della donna in quanto tale, dagli altri, cioè l’omicidio usato come punizione e controllo sulle donne che vogliono autodeterminarsi nei vari ambiti della vita.
Ancora troppo spesso alcuni uomini vorrebbero dominare la donna e dunque non consentirle di esprimere liberamente la propria personalità e soprattutto vorrebbero impedirle di realizzare aspettative ed ambizioni.
Si tratta di una grave forma di violenza che ha come scopo quello di plagiare la donna secondo il volere di una mentalità maschile arcaica e ormai non più accettabile;ma nonostante il superamento di questo modo di concepire la figura femminile, il femminicidio è tutt’oggi molto diffuso, non solo all’estero ma anche in Italia, dove dall’inizio dell’anno i casi sono stati 119, gli ultimi due compiuti rispettivamente il 6 e il 9 dicembre.
Il primo è avvenuto in provincia di Udine, il secondo in Campania, a San Felice a Cancello, entrambi perpetrati da ex mariti usando come arma coltelli, le donne erano entrambe madri al di sotto dei 30 anni.
E’ importante però ribadire che il femminicidio non è solo la violenza fisica nei confronti di una donna ,ma è tutto ciò che la priva di essere se stessa, tutto ciò che la offende e la sminuisce come persona, ciò che la priva della libertà sia fisica che mentale, ciò che le toglie opportunità e parità con l’uomo in ogni campo. E’ una forma di violenza che si diffonde senza limiti, dato che la donna soprattutto al giorno d’oggi viene sempre più considerata come un oggetto particolarmente dai mas media, attraverso programmi o spot che utilizzano volgarmente le donne per attirare l’attenzione del pubblico senza tener conto dei messaggi forvianti che arrivano in particolar modo ai giovani.
Dove sono finite le lotte femministe degli anni 70? Sembra si stiano perdendo anche i risultati ottenuti con esse. Speriamo che la giornata contro la violenza sulle donne celebrata il 25 novembre abbia contribuito ad attirare l’attenzione di tutta la società civile, dei legislatori e delle autorità competenti su questa inciviltà non più tollerabile e non resti solo una sterile ricorrenza, auguriamoci in particolar modo che in primis siano proprio le donne a prendere coscienza del valore intrinseco in se stesse, pretendendo rispetto e giustizia in ogni ambito.
Di Gaia Savignano, Ilaria Lombardo (Classe IV C liceo scientifico)