Il 24 ottobre 2014, nel nostro istituto, hanno avuto luogo le elezioni scolastiche , che hanno visto coinvolti studenti di tutte le età e di tutti gli indirizzi di studio, in “competizione” per contendersi le “cariche” più disparate.

Accanto alla componente più “agguerrita” e in vista dell’intero processo elettorale, va evidenziata la presenza di un ulteriore gruppo  studentesco, cui vengono affidati gli incarichi più delicati e (probabilmente) noiosi: si tratta dei lunghi procedimenti d’ufficio, ahimè necessari, che rendono possibile la messa in movimento di tale macchina elettorale.

Mi ritrovo quindi ora a rammentare e raccontare una delle esperienze più entusiasmanti e formative che questo liceo ha potuto offrirmi e che continua a proporre anno dopo anno ad altrettanti fortunati alunni: siamo stati proprio noi ragazzi, i protagonisti del lungo processo di spoglio che precede la “proclamazione dei prescelti”.

Le fasi di spoglio, che si sono verificate non senza interruzioni e piccole polemiche da parte delle “parti” coinvolte, ci hanno impegnati in interessanti, ma non meno divertenti, operazioni: dal correre di classe in classe alla ricerca delle schede elettorali, alla “caccia” agli assenti e alle firme, passando per l’immancabile “staffetta” dell’urna.

Da non dimenticare, tuttavia, le operazioni più stressanti ed al contempo bisognose d’attenzione: la conta delle schede e l’applicazione del sistema proporzionale. La precisione e lo scrupolo dei più attenti tra di noi non potevano essere trascurati o “presi sotto gamba”.

Preziosa, formidabile ed indispensabile, la supervisione della prof.ssa Concetta Bortone, grazie al cui intervento e sistematicità, abbiamo potuto affrontare e risolvere le difficoltà che, di volta in volta, si sono presentate.

Come spesso accade in queste occasioni, la conclusione della giornata ha portato con  sé un’inaspettata felicità, strettamente accompagnata da una struggente malinconia: eravamo ben consapevoli dell’importanza del ruolo da noi ricoperto,  del compito noi affidato e dell’incredibile esperienza di vita appena fatta, a cui si accompagnava, nonostante tutto, l’infelice presa di coscienza che questa era l’ultima volta che questo stesso gruppo di ragazzi si riuniva nella stessa stanza per adempiere ad un simile incarico.

Di Francesco Crisci (5A Liceo Scientifico)