Nelle ultime settimane, attraverso la visione di un film, proposto dalla prof.ssa Giovanna Luciano,  abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la vita e l’opera di Giovanni Bosco, un prete contadino,un maestro di vita che ha amato i giovani come se fossero suoi figli, li ha conquistati, li ha guidati alla salvezza, insegnando loro la forza del bene.

Il film prende il via da  un Don Bosco anziano, stanco, colpito da un malore. Ritorna, così, con la mente alla fanciullezza, quando divertiva i suoi amici , camminando sulla fune con lo sguardo in alto, sempre rivolto al Signore.

Divenuto sacerdote, si trasferisce nella Torino pre-industriale, dove comincia a raccogliere per strada ragazzi affamati, senza famiglia,sbandati  e ladruncoli, prodigandosi con tutte le sue forze per aiutarli, dando loro speranza, fiducia, consapevolezza di essere amati. Trovato un posto in campagna e lavorando per “ il vero bene comune”, crea il primo Oratorio, dove accoglie  i giovani.

La strada, però, non gli appare sempre facile; molti sono gli ostacoli e le difficoltà da affrontare, dalle accuse di sovversione ai contrasti con l’aristocrazia e la Chiesa ufficiale . Il film si conclude con la fondazione della comunità salesiana, che avviene grazie all’appoggio del papa Pio IX . In un periodo storico di grandi difficoltà, a cui si  aggiunge la diffusione della peste,  Don Bosco ha avuto il merito di invogliare i giovani, nel rispetto della loro libera volontà , a prodigarsi per la cura dei malati .Egli ha migliorato le condizioni di vita di tanti ragazzi, non solo offrendo del cibo e una casa, ma anche istruzione professionale e religiosa, in modo da facilitare a ognuno l’accesso alla vita sociale.

La vita di Don Bosco finisce allo stesso modo in cui è cominciata, con il medesimo scopo: “Aspetto i miei ragazzi in paradiso”. Dal suo impegno per Cristo, per la Chiesa e per la società fioriscono santi come San Domenico Savio; nasce il famoso metodo preventivo di don Bosco, ancora  valido per gli educatori e l’opera salesiana si è diffusa in tutto il mondo. 

Flora Vitagliano (IV B liceo socio- psicopedagogico)