L’atelofobia: la paura di non sentirsi abbastanza

La costante paura di non sentirsi abbastanza: questa la paura che avvertiamo spesso noi ragazzi. Certe persone la affrontano a testa alta, come se fossero fatte di un’armatura che regge anche il peggior insulto, altre decidono di chiudersi e nascondersi completamente, con per esempio indossare vestiti larghi o il viso che a stento traspare sotto quel cappuccio che copre una testa che chi sa quanti pensieri ha, un corpo stanco che chiede aria dai vestiti così coprenti e monotoni.

Perché non ci si sente abbastanza? L’accettazione di sé dovrebbe avvenire automaticamente, ma viviamo in una società in cui siamo bombardati solo da canoni di perfezione, canoni per cui se non sei bella non sei abbastanza, se non sei bella non soddisfi. Ma veramente non essere come vogliono gli altri significa non essere abbastanza? In realtà non sono gli altri a giudicarti, ma allo specchio siamo noi a ripetere parole del tipo Faccio schifo! con occhi lucidi.

Questa paura non è come quella del buio o come quella delle altezze, è molto di più. Una paura così irrequieta da poter svegliare e mettere in allarme ogni singola parte del corpo, una paura data dal soffermarsi su quello che gli altri semplicemente vedono, una paura dovuta dalla fragilità del cuore, una paura a cui non serve una corazza d’acciaio per superarla, ma solo la consapevolezza di essere abbastanza.

Questa paura ha un nome: in psicologia si chiama atelofobia, un disturbo ansioso dovuto ad un eccessivo timore di non essere abbastanza, capace di renderci estremamente insicuri e sbagliati rispetto a qualsiasi cosa, anche se in realtà non è così. Ciò che ci turba è semplicemente un nostro pensiero persistente di cui è difficile liberarsi. Questa paura ci impedisce di vivere serenamente la nostra vita, è come se ci rinchiudesse in un’alta fortezza senza vie d’uscita.

A volte anche il fisico può reagire all’atelofobia, mandando dei segnali come eccessiva sudorazione, iperventilazione, sensazione di soffocamento o anche aumento del battito cardiaco.

Le cause scatenanti sono soggettive, ma molto spesso la principale è un passato spiacevole che probabilmente ha causato diversi traumi; un’altra potrebbe essere semplicemente l’essere troppo severi con se stessi ed esigere la perfezione senza mai voler fallire.

Bisogna andare oltre i nostri pensieri e cogliere di più la realtà, capendo che la perfezione non esiste e per quanto possiamo provare ad essere perfetti: la rigidità verso se stessi non è mai la risposta giusta. Non c’è dimostrazione della perfezione, la vera perfezione è ciò che noi siamo davvero, con le nostre imperfezioni e gli errori che commettiamo giornalmente.

Articolo e immagini a cura di Armellino Chiara e Maione Sabrina

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