L’ansia e l’adolescenza

Secondo i dati statistici in Italia sono circa sei milioni di persone a soffrire di ansia e di attacchi di panico. Tutti possono essere soggetti ad ansia anche se bisogna fare un’accurata distinzione tra quella fisiologica, per lo più positiva, e quella patologica, la quale comporta effetti negativi.

I sintomi più comuni dell’ansia patologica sono comportamenti di evitamento, senso di solitudine, attacchi di panico sempre più frequenti e di notevole intensità. I fattori legati a tali cause sono prevalentemente organici, come ad esempio la tachicardia e la scarsa respirazione, anche se non sono da trascurare l’aspetto psicologico, quale ad esempio il senso di solitudine, e comportamentale, come mangiarsi le unghie. Altri sintomi di questo disturbo possono essere bocca asciutta, difficoltà a deglutire, mani appiccicose, tachicardia, tremore, sudorazione notturna, brividi di freddo, nausea, diarrea, capogiri e nodo alla gola.

Una delle cause più rilevanti dell’ansia patologica è lo stress, ossia la pressione subita dal soggetto da parte di una forza psicologica esterna. In particolare all’ansia patologica è associato il distress, ossia l’incapacità di superare in modo positivo la pressione subita da una forza esterna. Questo particolare disagio psichico si può manifestare in diverse forme, tra cui le più comuni sono: disturbo d’ansia generalizzato, disturbo fobico e fobia sociale

Il disturbo d’ansia generalizzato consiste nel provare ansia per qualsiasi aspetto della vita quotidiana (lavoro, scuola, relazioni familiari e altro). Il disturbo fobico porta il soggetto ad avere paura nei confronti di un oggetto che non rappresenta un reale pericolo. In quest’ultimo caso le terapie usate più di frequente sono: inibizione reciproca, ovvero sottoporre il soggetto allo stimolo che determina la condizione d’ansia, ritirarlo immediatamente e utilizzare una tecnica contraria alla reazione avuta dal soggetto; desensibilizzazione sistemica, ovvero sottoporre il soggetto allo stimolo in maniera graduale; floading, ovvero esporre la persona direttamente allo stimolo che le causa la fobia, senza avere la possibilità di sottrarsi.

La fobia sociale si verifica nei momenti in cui il soggetto deve esibirsi dinanzi a un pubblico e tale disturbo può essere di due tipi: semplice, quando si verifica solo in alcune condizioni sociali, e generalizzato, ossia presente in qualsiasi ambiente sociale.

Articolo e immagine a cura di Antonia D’Apruzzo, Amanda Cecere e Erica Finelli

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