Intervista alla nostra DS

Pasqualina Luciano, segno zodiacale cancro, amante di Ligabue, anticonformista, appassionata delle scienze pedagogiche, è la nostra vulcanica e giovanissima Dirigente scolastico. La sua missione? Guidare la nostra scuola con competenza e passione, aiutare noi giovani a essere noi stessi per proiettarci al futuro.

Che cosa l’ha spinta al ruolo di dirigente scolastica?

DS. Era un mio sogno sin da bambina. Sono stata fortunata ad aver incontrato sempre persone che mi hanno dato input positivi tanto da costituire per me dei modelli, come un mio vecchio dirigente che mi ha fatto avvicinare al mondo della scuola, non solo da un punto di vista teorico ma anche pratico. Ho frequentato il liceo pedagogico e tutto questo mi ha avvicinata all’educazione e alla formazione, a 19 anni sono entrata nel mondo della scuola. Ho avuto modo di conoscere tanti dirigenti che come me hanno sempre creduto nel valore fondante della scuola. Questo è un lavoro colmo di responsabilità, ma a me piace tanto. Sono stata sei anni a dirigere un I.C. poi ho intrapreso il cammino con voi, diverso dal precedente e forse più faticoso, il segreto? La passione, mi sta piacendo molto. Il nostro Istituto è una grande e bella realtà che mi rende orgogliosa e soddisfatta.

In che consiste il suo lavoro?
DS. Consiste principalmente nel gestire sotto tutti gli aspetti la scuola, devo monitorare tutto come se fosse una grande azienda. La responsabilità più grande è la parte didattica, ma mi occupo anche degli aspetti giuridici, economici e finanziari. Fortunatamente non sono sola, ho uno splendido staff, e lavoro in continua collaborazione con il DSGA, la segreteria e tutti i componenti dell’Istituto, in grande sinergia.

Quale pensa che sia il ruolo della scuola nella società contemporanea?
DS. La scuola è tutto. Permette di andare oltre le nostre possibilità. La scuola ha dato a me la possibilità di apprendere ad apprendere. Ho avuto dei prof severi, ma la scuola mi è sempre sembrata il perno centrale dell’Italia. Ho sempre fortemente creduto in questa preziosa istituzione. Io sono un dirigente scolastico perché credo nella scuola e tutti noi dobbiamo lavorare per una scuola in continuo divenire, che riesca a parlare sempre il linguaggio dei giovani, a comprendere le loro esigenze e a proiettarli nel futuro. Fortunatamente la scuola resiste in un periodo difficile, grazie alle persone che ci credono.

Quand’era una studentessa cosa pensava della scuola?
DS. Ho avuto un biennio complesso in cui non respiravo. Venivo da una scuola media dove avevo una classe unita. Scelsi il progetto Brocca e a seguito di una forte selezione, dovuta all’alto numero di iscrizioni, mi ritrovai al liceo pedagogico senza i miei vecchi compagni, sola. L’assenza delle mie amiche mi fece soffrire dandomi un senso di vuoto, che riuscii a colmare solo nel triennio, quando cominciai a consolidare le iniziali conoscenze e a trasformale in serene amicizie.

Che cosa prova quando dei ragazzi vengono mandati da lei per cattiva condotta?
DS. Io credo molto nei percorsi rieducativi, anche per il percorso di studi intrapreso, e cerco di capire cosa c’è alla base di un comportamento sbagliato, cerco sempre di ascoltare, di comprendere e di favorire un confronto senza pregiudizio e non necessariamente punitivo.

Secondo lei, come si potrebbe migliorare il sistema scolastico italiano?
DS. Dato il mio passato da docente, se potessi eliminerei alcuni obblighi burocratici per i docenti, renderei più snelli alcuni passaggi. Apporterei delle significative modifiche al contratto di lavoro, costruendolo per obiettivi, e sicuramente darei incrementi agli stipendi.

Cosa ne pensa della comunità LGBTQ+?
DS. Sono per la libertà con moderazione, rispetto tutti, non ho pregiudizi e l’amore va vissuto in tutte le sue forme, che sia verso un amico, un parente o una persona anche dello stesso sesso. L’importante è agire nel rispetto altrui. Non c’è motivazione per opporci, e per questo organizzerei un corso di sensibilizzazione per formare tutti noi, dai più grandi ai più piccoli.

Qual è stata la sua sfida più grande?
DS. Fare la dirigente a 34 anni senza dare nulla per scontato. Sono sposata, ho due figli e ho discusso la mia tesi incinta di 5 mesi. Ma non ho trascurato nulla nella mia vita, mi sono ripetuta ogni giorno di non mollare mai e ho reso i miei obiettivi una priorità, anche se tutto questo ha portato a trascurare un po’ me stessa.

Qual è il suo segno zodiacale? Crede nell’oroscopo?

DS. Il mio segno zodiacale è cancro, ma credo poco nell’oroscopo e non mi interessa più di tanto. Da piccola lo ascoltavo alla radio per scaramanzia e tuttora lo faccio se capita, ma con poca attenzione.

Quali sono stati i miti della sua adolescenza?
DS. Mi piaceva andare ai concerti, per mamma è stato difficile gestirmi: amavo Vasco Rossi e amo ancora moltissimo la musica. Non mi piace farlo seguendo le mode, sin da piccola mi piaceva essere anticonformista.

Quale è il suo libro preferito? Quali letture consiglierebbe a noi adolescenti?
DS. Il mio libro preferito è scritto dai Maestri Di Strada a Napoli, “L’ultimo della classe”. Sono per i libri che ampliano le conoscenze e che parlano degli ultimi, coloro che non vengono considerati perché apparentemente in difetto. Ora leggo libri di Alda Merini, forse non ancora adatti a ragazzi della vostra età. A mio malincuore leggo più documenti che romanzi, ma quando posso non mi privo mai di un buon libro.

Quale è il suo cantante preferito? Che tipo di musica le piace ascoltare? Perché?
DS. Mi piace tutta la musica italiana, Ligabue da sempre. Emergenti i Mäneskin, anche se vengo molto criticata soprattutto dalla mia famiglia perché ascolto solo musica italiana.

Quale è il suo film preferito? Quale consiglierebbe a noi adolescenti?
DS. Non vedo molti film e serie tv perché ho poco tempo e perché preferisco altre attività. Prediligo i film sull’inclusione come “Mio fratello rincorre i dinosauri”, ma non mi dispiacerebbe approfondire le mie conoscenze cinematografiche.

Cosa le piace fare nel tempo libero? Ha qualche hobby?
DS. In estate mi piace andare a fare lunghe passeggiate, e sono una grande amante del mare. Viaggiare è una delle cose che preferisco, anche se sono molto pigra.

Qual è stato il momento più difficile come preside?
DS. Un giorno molto triste è stato qualche anno fa, ci fu un controllo per la sicurezza in una scuola in cui ricoprivo il ruolo di dirigente, ed è stato lì che mi resi conto che anche il dirigente, che è sempre stato il lavoro dei miei sogni, ha un lato talvolta negativo e responsabilità e imprevedibili difficoltà che però devono sempre essere affrontate.

Cosa si aspetta dalle generazioni future?
DS. In voi ragazzi vedo tutto. Sono fiduciosa e so che siete intelligenze brillanti. Il compito di noi adulti e della scuola è quello di darvi continui stimoli, insegnandovi quali sono i valori e quali sono le cose con meno rilevanza, come gli oggetti materiali. Distaccatevi dalla massa, siate sempre voi stessi!

Articolo di: Filomena Marro

Immagini: Carmen Campanile

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