L’unicità dell’imperfezione

Si è da poco conclusa la 72esima edizione del Festival di Sanremo che ha visto trionfare la canzone “Brividi” di Mahmood e Blanco, ma a spiccare, oltre alle bellissime canzoni della kermesse canora, sono stati gli outfit dei cantanti in gara. In particolare, l’abbigliamento della celebre cantante Emma Marrone è stato al centro delle polemiche: come spesso accade, gli abiti che sfoggiano i partecipanti alla competizione sono oggetto di critica. 

Non sono passati inosservati i commenti del giornalista Davide Maggio sulla scelta della cantante di indossare delle calze a rete “nonostante una gamba importante”. Emma non ha esitato a rispondere a questa forma di “body shaming con il linguaggio politically correct”, e ha proseguito col dire “Non so se più imbarazzante o noioso, ma non commentiamo questo, mi rivolgo soprattutto alle ragazze, a quelle giovanissime: evitate di ascoltare e di leggere commenti del genere. Il vostro corpo è perfetto così com’è, e dovete amarlo e rispettarlo, e soprattutto vi dovete vestire come vi pare, sia che abbiate le gambe importanti o meno. Anzi, con le calze a rete abbinate una bella minigonna, e mostratele queste gambe importanti.” 

La cantante sfrutta il momento per diffondere un bel messaggio di body positivity, un movimento nato negli ultimi decenni che mira all’accettazione e alla valorizzazione di ogni corpo, considerando ognuno di esso tutti bello nella sua diversità, in aperta opposizione al body shaming. Quest’ultimo termine deriva dall’inglese e tradotto letteralmente in italiano vuol dire “far vergognare qualcuno per il proprio corpo”, e, come tutti sappiamo, è un fenomeno largamente diffuso che attanaglia la società odierna. Già la sola definizione fa rabbia: non si può pensare che ancora nel 2022 ci siano persone che vengono derise solamente perché non rientrano in un certo standard di bellezza. Ognuno ha il proprio corpo e non dovrebbe mai vergognarsi dei propri tratti distintivi, difetti o pregi che siano, perché, poi, sono proprio quelli a renderci unici. Per questo giudicare una persona per il suo aspetto fisico è molto riduttivo: non siamo solo corpi, c’è molto altro. Per cui, ricollegandoci al messaggio di Emma Marrone, è fondamentale che ognuno si accetti per ciò che è. 

Bisogna però precisare che il body shaming non si limita a condannare esclusivamente i corpi femminili, pertanto le critiche si estendono anche agli altri generi. Alcuni artisti che cercano di affermarsi e di mostrare la loro creatività anche nello stile, incontrando però molte critiche, sono Blanco, Achille Lauro, Michele Bravi, Sangiovanni, ragazzi vittime di questa ostilità mediatica, frutto spesso di una mentalità ancora troppo chiusa entro standard di riferimento per di più ancorati a modelli del passato, che si esprime attraverso attacchi spesso duri verso ciò che appare, dimenticando ciò che vi è oltre.

 

Articolo e immagini a cura di Filomena Marro e Elisa Gravino

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