Le eccellenze del Fermi

Venerdì 21 Gennaio 2022 nell’Auditorium “E. De Filippo” del nostro istituto, si è tenuto un incontro tra alcuni ex-alunni dell’Enrico Fermi e gli attuali rappresentanti di classe delle classi terze, quarte e quinte, alla presenza della nostra Dirigente Scolastica, la dott.ssa Pasqualina Luciano e di alcuni docenti, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.

Lo scopo del colloquio era avere un confronto genuino tra persone che condividono e hanno condiviso la stessa esperienza scolastica, nonostante il divario generazionale, e vedere come, anche a distanza di anni, la nostra scuola abbia influenzato le scelte che hanno portato questi professionisti alle loro attuali carriere.

Prima ospite della videoconferenza è stata la dott.ssa Dea Dello Iacovo. A soli 28 anni, la dottoressa si trova a Bruxelles come Programme Assistant presso la Commissione Europea nella DG HOME (Migration and Home Affairs), nell’Unità relativa ai Fondi per gli Stati del sud e centro Europa. È quasi un anno che lavora in Commissione, dopo essere stata selezionata come Blue Book Trainee lo scorso marzo 2021. Il suo percorso è iniziato con la scelta di studiare Giurisprudenza all’Università del Sannio di Benevento. Grazie al suo impegno e alla sua tenacia ha partecipato a numerosi progetti Erasmus e tirocini, ma è stato durante il conseguimento della laurea magistrale che la dottoressa Dello Iacovo ha trovato uno sbocco per la sua vocazione lavorativa. Studiando Diritto internazionale si è innamorata della materia e, da convinta europeista, ha finalmente coronato il sogno di lavorare nella Commissione Europea. In relazione alla sua passata esperienza scolastica, ricorda il suo impegno sociale già presente anche nell’età adolescenziale: «Partecipavo a molte attività extra-curriculari, si può dire che non sono una persona a cui piace avere tanto tempo libero. Mi sono trovata molto bene al Fermi, anche se forse avrei preferito un indirizzo di natura umanistica. In ogni caso non me ne pento poiché ho conosciuto professori eccellenti che in un modo o nell’altro hanno segnato la mia vita. Quindi non credo sia tanto la scuola o l’università che faccia la differenza bensì noi stessi: circondatevi di sogni, ambizioni e, soprattutto, persone che credono in essi tanto quanto voi».

Il secondo ospite della giornata è stato l’ingegnere Umberto Casale. A soli 25 anni, Casale abita a Monaco e lavora per l’azienda multinazionale Apple; ha frequentato il Politecnico di Torino e l’Università di Chicago, Illinois, grazie ad un progetto che gli ha permesso il conseguimento di due lauree. Successivamente ha lavorato sulla sua tesi a New York City, la quale si focalizzava sull’ideazione di un processore in grado di adattarsi con più efficienza a qualsiasi esigenza. Con l’apprezzamento riscosso dal suo progetto, Casale è stato in grado di assicurarsi un posto di lavoro alla Apple ancora prima di terminare la sua magistrale in ingegneria informatica. Il nostro ospite ricorda la sua formazione all’Enrico Fermi come un periodo di apprendimento che lo ha segnato soprattutto da un punto di vista sociale: «Alle superiori ho imparato cosa significasse veramente studiare e, soprattutto, conoscere le persone». Quando gli è stato chiesto di dare un’opinione sui due sistemi universitari di cui ha fatto esperienza (italiano e statunitense), Casale ha risposto: «Non mi sento di metterli in competizione in quanto entrambe le università hanno un approccio totalmente diverso allo studio. A Chicago veniva data più importanza alla formazione pratica, mentre a Torino passavamo settimane sui manuali prima di poter accedere al laboratorio». In ogni caso, il suo consiglio generale per chiunque fosse interessato all’informatica in senso lavorativo è quello di mantenere sempre un costante senso di curiosità ed allenarsi a mantenere la calma anche sotto pressione. «È un campo di studi così vasto – aggiunge – che nessuna università può prepararti ad ogni singolo scenario. L’importante è non farsi prendere dallo sconforto e perseverare, essere umili e approfittare dei momenti in cui non si sa cosa fare in modo da poter imparare».

A seguire il dott. Germano Cecere, che si è invece laureato alla Federico II di Napoli in Biotecnologie. Trasferitosi poi a Roma, interessato alle nuove scoperte relative al suo campo di studi, ha trascorso un periodo di sei anni a New York post-dottorato occupato in attività di ricerca, dopo il quale, vincendo un concorso, si è aggiudicato l’amministrazione di un proprio laboratorio in Francia presso l’Istituto Pasteur. Il dottor Cecere è attualmente impegnato nel mondo dell’epigenetica. «Dopo venti anni, le classiche concezioni sulla genetica stanno cambiando», spiega rispondendo alla richiesta di noi ragazzi di chiarire la natura delle sue ricerche scientifiche. «Sembrano esserci altre molecole aldilà del DNA le cui informazioni possono essere trasmesse di generazione in generazione. Da cui il nome “epigenetica”, in riferimento a queste particelle che si trovano in vicinanza al DNA seppur separate da esso». Afferma, inoltre, che la sua esperienza all’Enrico Fermi è stata sicuramente importante, ma che il successo accademico è il frutto di diverse combinazioni e che non può essere ridotto alla semplice scuola che si decide di frequentare. «È alle superiori che si iniziano a capire i propri interessi e propensioni – ci spiega – tuttavia non c’è una specifica curvatura accademica che agevola gli studenti liceali. Anzi, è importante che la scuola susciti soprattutto curiosità per tutte le materie, il resto si costruisce mano a mano che si va avanti. Direi che i cinque anni trascorsi al Fermi mi hanno aiutato soprattutto da un punto di vista umano: dirigere un laboratorio richiede capacità di collaborazione e diplomazia, tutte cose in cui ho avuto modo di impratichirmi stando in classe».

Infine abbiamo parlato con il giornalista Gabriele Crispo, laureato in Giurisprudenza alla Federico II con una tesi in Diritto Parlamentare intitolata “L’Opposizione Parlamentare”. Residente a Roma, scrive articoli per carta e web e ha lavorato sia in radio che in televisione. Proprio prima di collegarsi con noi era occupato a curare un servizio giornalistico sull’argomento più controverso degli ultimi tempi: la corsa al Quirinale. Tra i vari consigli di Crispo su come trovare e conseguire una carriera soddisfacente vi è quello di porsi immediatamente sul mercato del lavoro. Infatti, dopo aver svolto la pratica forense per sette mesi presso il Foro di Benevento, Crispo ha frequentato un primo Master in Giornalismo di sei mesi presso la Eidos Communication di Roma, per poi proseguire su questa strada, con un secondo Master sempre in Giornalismo alla Lumsa. Sebbene la scelta universitaria possa sembrare poco adiacente al suo percorso finale di studi, il nostro ospite afferma che l’indirizzo di Giurisprudenza è stato ugualmente utile per le vaste competenze che gli ha garantito. Quando gli è stato chiesto quali fossero le qualità necessarie per chi si sta appena addentrando nel mondo del giornalismo, ha risposto: «Impegno, sacrificio, costanza, precisione e sopportazione alle critiche. Leggere in generale è anche molto utile per aumentare la capacità di comprensione del testo, qualcosa che sembra stia venendo meno sempre più tra le nuove generazioni. Inoltre siate consapevoli di essere ignoranti e lasciate che ciò vi guidi verso l’informazione». Per quanto riguarda la sua esperienza al Fermi, Crispo la ricorda con nostalgia e positività, avendo instaurato bei rapporti con i professori e nell’ambiente scolastico in generale, riconoscendo di aver acquisito in quei cinque anni delle solide competenze che più tardi lo hanno aiutato all’università.

L’incontro si è concluso con i saluti della nostra Preside e il suo augurio a non perdere mai l’entusiasmo che caratterizza la nostra età, continuando sempre a coltivare i nostri sogni, anche quando la vita sembra porci dinanzi ostacoli insuperabili: la curiosità, la tenacia e la forza di volontà consentono a tutti di lottare per raggiungere i propri obiettivi.

Articolo a cura di: Marialucia Iermano

Immagini a cura di: Carmen Campanile

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