Se Dio non esiste, allora tutto è permesso

Fëdor Michajlovič Dostoevskij, meglio conosciuto solo come Fëdor Dostoevskij, è, senz’ombra di dubbio, uno degli autori e pensatori russi più famosi di tutti i tempi. Ti sarà certamente capitato di sentir nominare almeno una tra le sue opere più famose: Delitto e Castigo, I fratelli Karamazov, Le notti bianche ti dicono qualcosa?

Dostoevskij non è solo un grande romanziere, ma è anche uno dei più grandi filosofi e pensatori russi. Nei suoi libri, esplora l’animo umano e definisce il cuore dell’uomo “un campo di battaglia tra Dio e il diavolo”. Celebri sono i suoi personaggi e la psicologia che si cela dietro ognuno di loro: Ivan Karamazov, ad esempio, rappresenta il nichilismo più assoluto: in particolare il suo “Se Dio non esiste, allora tutto è permesso” sarà il filoconduttore di tutto il romanzo; in questa dimensione in cui tutto è consentito, il parricidio diventa una possibilità e, successivamente, una realtà.

Di fondamentale importanza all’interno del romanzo è il capitolo del Grande Inquisitore, oggetto di numerosi studi e interpretazioni, in cui vengono trattati diversi temi tra cui la religione, la morale, la politica e la storia. Lo stesso Nietzsche rimarrà affascinato dal romanzo russo, soprattutto dall’affinità delle sue idee con quelle di Ivan, uno dei protagonisti. Ma la filosofia di Ivan non è un riflesso di quella di Dostoevskij: lo scrittore russo, infatti, all’inizio si avvicina all’ideologia socialista (venendo anche arrestato e condannato ai lavori forzati in Siberia per questo), per poi abbracciare il nichilismo e successivamente allontanarsene, arrivando a concepire una filosofia molto più religiosa e cristiana ortodossa. Fortemente visibile è questa concezione più vicina alla religione nei personaggi di Alesa Karamazov e Sonja Marmeladova, figure fondamentali per la redenzione di Raskolnikov (Delitto e Castigo) e di Dmitrij Karamazov (I fratelli Karamazov).

Anche il padre della psicoanalisi Sigmund Freud ha analizzato la figura di Dostoevskij nel suo saggio “Dostoevskij e il parricidio”, specificando come si potessero riscontrare in lui quattro caratteristiche: quella dello scrittore, del peccatore, del nevrotico e del moralista. Freud non aggiunge molto sulla figura dello scrittore, mentre sulle altre sviluppa un’indagine: la nevrosi è dovuta ad una mancata conciliazione dell’affettività, del talento artistico e del carattere pulsionale, il peccato è identificato nel gioco d’azzardo, da cui lo scrittore è dipendente, la dimensione morale è data dal continuo dubbio tra ateismo e fede, mai del tutto risolto, anche se Dostoevskij troverà poi nell’ideale di Cristo una via d’uscita dalla colpa e dal peccato.

La figura di Dostoevskij ha ispirato anche il mondo della musica, della cinematografia e dei fumetti. Numerosi sono i film e le serie tratti dai suoi romanzi, e lo stesso scrittore compare come personaggio in alcune opere di fantasia (celebre tra gli appassionati di anime e manga è “Bungo Stray Dogs”, in cui i personaggi prendono i nomi da scrittori realmente esistiti e, tra i tanti, uno dei personaggi più amati è proprio Dostoevskij).

Il nostro consiglio è quello di non lasciarsi spaventare dalla lunghezza dei libri e di lasciarsi travolgere dallo stile inconfondibile di questo autore: siamo sicure che rimarrete incantati dalle sue descrizioni e dalla caratterizzazione dei personaggi. Non c’è dettaglio che venga lasciato al caso nei suoi romanzi, ed è questo che rende le opere di Dostoevskij dei capolavori da leggere almeno una volta nella vita.  

I nostri preferiti sono “Delitto e Castigo” e “I fratelli Karamazov”. Fateci sapere se li avete già letti o se avete letto altro dello stesso autore, e soprattutto cosa ne pensate!

Articolo e immagini a cura di Carola Cinnante e Sofia Lauriello

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