Intervista Prof Carbonara Giuseppe

Ex alunno del Fermi, laureato in fisica, re degli aneddoti e tuttofare… Tanto temuto ma anche tanto amato: ecco a voi il prof Carbonara!

Quale pensa sia il ruolo della scuola nella società?

Formare persone che pensino autonomamente, diversamente dalle pecore che seguono il gregge.

Secondo lei come si può migliorare il sistema scolastico italiano?

Mettendo a capo persone che ci lavorano. Le persone che attualmente governano sono troppo distanti dal mondo della scuola e dalle esigenze delle nuove generazioni. Le persone preposte a gestire l’istruzione e la formazione dovrebbero aver avuto esperienze da docenti nei vari ordini di scuola e non essere completamente a digiuno della realtà scolastica italiana calando dall’alto riforme anacronistiche.

Qual è stata la sua sfida più grande?

Laurearmi in Fisica

Qual è il suo segno zodiacale? Crede nell’oroscopo?

Il mio segno zodiacale è cancro. Se l’oroscopo fosse vero le persone nel mondo sarebbero divise in dodici categorie, ma esistono otto miliardi di categorie, non dodici.

Quali sono stati i miti della sua adolescenza?

I miti della mia adolescenza sono stati Richard Feynman e Neil Armstrong.

Cosa fa nel tempo libero? Ha qualche hobby?

Sì, faccio bricolage, mi diverto a fare danni in falegnameria, danni in pittura, danni in scultura. Mi diverto a fare questo oppure vado in montagna.

Cosa si aspetta dalle generazioni future?

Mi aspetto che siano meglio di quelle attuali, il che è estremamente semplice poiché peggio non potevamo fare. Sono certo che farete di meglio.

Ha dovuto compiere molti sacrifici per giungere dov’è ora? Ne è valsa la pena?

Sì, ne è valsa la pena perché i sacrifici quando si fanno per qualcosa a cui si aspira non risultano tali, anche se alcune cose che ho fatto hanno richiesto notevole impegno, come un corso di formazione completamente distante dalla mia preparazione, per cui ho studiato anche di notte. La fatica resta tale ma la sopporti di buon grado se l’obiettivo è ambito.

Qual è la parte peggiore e quale quella migliore del suo lavoro?

La parte peggiore è la burocrazia e vedere tante risorse di tempo, umane ed economiche perse in cose perfettamente inutili, che se fossero abolite non porterebbero risvolti negativi. Gli aspetti positivi sono il contatto con le nuove generazioni, perché si impara sempre qualcosa di nuovo. Non voi, ma io.

Che adolescente era? Quali erano i suoi sogni?

I miei sogni erano andare sulla Luna, come minimo guidare un caccia militare, suonare tutti gli strumenti. Da adolescente ero molto semplice, ho sempre studiato e non sono mai stato bocciato a nessun esame, non sono mai andato a scuola impreparato. Ora che ci penso solo una volta non portai una versione di latino perché non lo sapevo, e proprio quel giorno il professore si accorse che non l’avevo fatta e mi interrogò e presi dieci perché la feci lo stesso. Giocavo a pallacanestro, andavo a correre, andavo in montagna, più o meno quello che faccio anche adesso.

Ci racconta un aneddoto da prof?

Una cosa divertente che mi capita è che nelle nuove classi i genitori vengono a parlare con me o addirittura con il preside, e sono gli stessi che poi non mi abbandonano più. Il primo impatto con me penso sia terribile, ma poi ho contatti con ragazzi di tutte le generazioni, soprattutto con quelli che scolasticamente ho trattato male, che ho bocciato varie volte o che ho fatto ritirare dalla scuola perché non era la loro strada. Ritengo che se i ragazzi comprendono il perché di una cosa, possano comprenderla e accettarla di buon grado.

Articolo a cura di Miriam Damiano e Dario Gallo.

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