I-Care: la voce delle donne

Sabato 18 febbraio 2023 è stato inaugurato il Centro Antiviolenza denominato “La voce delle donne”, sito a Montesarchio, alla Via Tito Minniti n. 21. Il Centro, autorizzato ed accreditato dall’Ambito B03, è il secondo presente sul territorio, il primo è a S. Agata dei Goti ed è già operante da diversi anni. In entrambi i casi, l’ente gestore è la Cooperativa sociale I-Care (in possesso dei necessari requisiti prescritti dalla normativa di riferimento per lo svolgimento dei servizi offerti dal CAV) ed è gestito dalle operatrici di Casa delle donne. È un punto di riferimento gratuito, 24 h su 24, che garantisce il completo anonimato a tutte le donne del territorio, vittime di violenza e di soprusi, che ne avranno necessità. Svolge interventi di accoglienza, protezione, sicurezza e prevenzione. Offre una vasta serie di servizi necessari alle donne in difficoltà: consulenza legale, consulenza psicologica, accoglienza, protezione e sicurezza, percorsi di gruppo, sostegno alla genitorialità, formazione e sensibilizzazione, accompagnamento al lavoro. È una possibilità concreta di aiuto per tutte quelle donne che si trovano in condizioni di violenza. Noi della redazione del faro abbiamo incontrato la responsabile dott.ssa Fabiola Filippelli e le operatrici di sportello Nicoletta Ciampi e Teresa Guida, che ci hanno illustrato le finalità di questo prezioso ed importante progetto.

Com’è nato questo progetto? Qual è l’idea che c’è alla base?

È una cooperativa sociale nata nel 2018 che ha sede principale a Cerreto Sannita. Il progetto opera per prevenire la diffusione e salvaguardare il fenomeno della violenza di genere, agendo inizialmente con sportelli d’ascolto a Sant’Agata de Goti. Il fenomeno è purtroppo diffuso nei nostri territori e si è dimostrato che i casi sono molti, in seguito alle informazioni ricavate si è deciso di aprire una struttura residenziale, chiamata “casa delle donne”, dove vengono accolti donne e bambini che sono costretti a lasciare le proprie case a causa di violenze. Nel 2022 è stato riconosciuto lo sportello anti-violenza a Sant’Agata de Goti e si è stata avviata la realizzazione di un secondo centro antiviolenza, a Montesarchio inaugurato il 18 febbraio. Quest’ultimo si trova in una posizione strategica per poter accogliere donne proveniente da più paesi possibili, infatti fin da subito sono arrivate molte richieste d’aiuto.

C’è un modo per abbattere completamente la violenza?

Non è funzionale lavorare sull’emergenza, spesso i casi che si presentano a noi, sono già in caso di emergenza. L’aspetto su cui si dovrebbe lavorare e sarebbe sicuramente più funzionale è la prevenzione: sensibilizzare riguardo la violenza di genere e l’abbattimento degli stereotipi già dalla giovane età.

Come vede il ruolo della donna all’interno della nostra società? Ha incontrato resistenze nella formazione di questo centro?

La donna deve essere libera, per quanto difficile sia. Ci sono state poche resistenze, tenendo conto che è molto complicato portare avanti le proprie idee in contesti che hanno caratteristiche diverse. La principale difficoltà consiste nel fatto che alcuni comportamenti violenti vengano ancora considerati “normali” o minimizzati. Non si distinguono i litigi dalle effettive violenze: i primi consistono in un dibattito alla pari, le seconde invece prevedono un dislivello tra uomo e donne, in cui quest’ultima è posta in una posizione inferiore.

Crede che le donne stentino a chiedere consiglio o aiuto?

Si, la donna in generale nel momento in cui si sente in difficoltà fa fatica a chiedere aiuto, soprattutto quando è ancora legata all’uomo, per la paura del giudizio, per la sfiducia che prova nei confronti dell’interlocutore “sconosciuto” … Oggi giorno le donne tendono ad aprirsi molto di più ma è un’apertura ancora da normalizzare.

Come vede il rapporto tra coniugi ai nostri tempi?

In alcune famiglie si instaura un rapporto funzionale tra i due coniugi, ove vige un rispetto reciproco, una trasmissione di valori morali giusti e ottimi metodi di insegnamento; in altre il tutto è molto complicato a partire dal dislivello che si ha tra i due coniugi, a partire dal genere, per cui l’uomo è posto a un livello superiore.

Quali sono le difficoltà a cui la donna va incontro dopo aver denunciato?

Molto spesso le donne non hanno strumenti, risorse economiche per il proprio sostentamento e quello dei propri figli e non sono sufficientemente supportate.

Qual è la sua figura ispiratrice?

Frida Kahlo, in quanto simbolo di libertà, emancipazione, simbolo di non adeguarsi alle convenzioni del tempo. Il tutto è amplificato da un senso di coraggio che ogni donna deve avere.

Quale messaggio vuole lasciare alle giovani donne?

Innanzitutto credo che le donne debbano sentirsi libere, coraggiose, aperte nel parlare. Devono avere inoltre uno spirito di indipendenza e autonomia. Bisogna istruirsi al fin di abbattere tutti gli stereotipi presenti nella nostra società.

Contatto del Centro Antiviolenza: lavocedelledonnecav@gmail.com

 

Articolo e immagini a cura di Angelo De Nitto, Denise Ruggiero, Giada Mainolfi, Carola Cinnante e Irene Russo

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