Anna Maria Giordano
Anna Maria Giordano personalità poliedrica, amata docente, da sempre interessata alle varie forme dell’arte. Ha prodotto opere di diverso stile e realizzato scenografie per spettacoli teatrali. Ha collaborato in cenacoli artistici con pittori di rinomata fama. Attenta alle dinamiche sociali ha rivestito cariche istituzionali territoriali e ruoli attivi per lo sviluppo dell’alfabetizzazione nel sud del mondo. Le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero.
Quale è stato e come è stato il percorso per ricoprire questo ruolo?
Sono un’insegnante di sostegno ed opero nella scuola secondaria di primo grado, con una fascia d’età particolarmente delicata, ragazzi in un’età di profondo cambiamento, dove è necessario lavorare per l’inclusione, per abbattere le barriere e costruire relazioni. Ho frequentato studi classici, mi sono laureata in Scienze motorie con indirizzo in Management, successivamente ho acquisito il titolo polispecialistico biennale per il sostegno. Coltivo sin da piccola la passione per l’arte in tutte le sue declinazioni, il linguaggio artistico mi ha sempre permesso di esternare la mia interiorità e il mio pensiero più sconosciuto. Ho imparato ad utilizzare e sperimentare l’arte come terapia, per me stessa , per gruppi laboratoriali, per la disabilità, l’arte come linguaggio ha un potenziale catartico capace di creare connessioni straordinarie. Sperimentare linguaggi artistici contribuisce ad una migliore conoscenza di sé come individuo ma anche come elemento di un gruppo, di spaziare, di sperimentare. La mia ultima attività nel sociale risale al 2023: ho avuto l’onore di collaborare nell’ambito del progetto “FIAT LUX” con l’associazione LIONS OCCHIALI, che si interessa della prevenzione e della cura delle malattie legate alla vista in tutto il mondo soprattutto nei paesi sottosviluppati. Si è trattato di realizzare una serie di mostre, incontri di laboratorio riguardanti la pittura tattile.. In molte delle opere che ho presentato in questo contesto è ricorrente la circolarità, mi affascina perché ricorda, la pupilla, l’utero materno, il globo terraqueo ,i pianeti … ma anche l’equidistanza di ognuno di noi rispetto ad un centro . La stessa dinamica di circolarità in cui tutti hanno lo stesso valore, le stesse opportunità l’ho ritrovata in un interessante metodo teatrale definito in senso provocatorio della “NON SCUOLA”.
Come ha visto cambiare le generazioni?
Durante il mio percorso professionale, ho notato che il cambio generazionale avviene molto più velocemente probabilmente anche a causa di un mondo più tecnologico e digitalizzato , purtroppo, non sempre supportato da una maturità individuale globale ben strutturata.
Ha mai subito discriminazioni in quanto donna nel suo percorso lavorativo?
Non parlerei di esperienza individuale, mi sembra riduttivo, dobbiamo guardare la realtà oggettiva in un panorama ampio e variegato, dove emerge ancora la discriminazione di genere, finché tutto questo non cambierà nessuna donna potrà affermare di non esserlo mai stata. La strada è ancora lunga e tutte le donne hanno il diritto dovere di operare perché ciò accada.
Come vede la donna nella società di oggi?
La donna in Italia come nei paesi più avanzati gode di molti diritti acquisiti durante decenni di battaglie teoriche e pratiche. Concentriamoci su quanto ancora c’è da fare: maggiori tutele per la maternità, diritto a pari retribuzione, discriminazioni sui posti di lavoro. L’acquisizione dei diritti delle donne nel resto del mondo è ancora molto lontana, pensiamo alle spose bambine, alle mutilazioni genitali, ecc.
Ha avuto un’altra donna e o un’altra persona a cui si è ispirata e a cui si ispira?
Mi è sempre piaciuto guardare e ascoltare le donne della mia vita, la mia mamma e le mie adorate nonne, persone fortissime e dolcissime, le storie delle persone anziane, ho sempre amato ascoltare e arricchirmi della vita degli altri come un’esperienza fondamentale di costruzione della mia.
Quale messaggio vuole lasciare alle giovani donne?
Di valorizzare la propria unicità, di non omologarsi mai. Di essere donne per le donne.
Intervista e foto a cura di Letizia Pancione