Timore tra le strade di Montesarchio
Avete mai notato queste iscrizioni per le vie del nostro accogliente e caloroso borgo Montesarchio? Cosa significano? Sono solo delle scritte qualsiasi come se ne vedono in giro?
Ebbene no, e proprio per questo hanno sin da subito catturato la nostra attenzione.
Lo pseudonimo Timore (abbreviato a Timo in musica) sembrerebbe derivare dall’omonima sensazione provata dall’artista specialmente durante l’adolescenza: tra gli echi di giudizi e rimbombi di parole prepotenti, l’artista provava timore rimanendo spesso in silenzio.
Timo ha però trovato rifugio sicuro nella musica: una passione coltivata sin dagli albori, priva di ogni turbamento.
Si tratta infatti di uno dei topos più ricorrenti delle sue canzoni. È il caso di Comesto in cui l’autore esprime esplicitamente l’importanza della musica nella sua vita:
“spezzo la musica
per averti qui
che poi è tutto quello che ho”.
La musica diventa la risposta alla tanto temuta domanda “Come sto?”. Le note diventano un modo per addolcire la spietatezza con cui questa domanda si abbatte su ognuno di noi. La domanda è come ci sentiamo quando non sappiamo distinguere le nostre emozioni dalle nostre bugie esattamente come gli innumerevoli puntini presenti sulla copertina del brano.
Dimostrazione del fatto che non è possibile cercare, e trovare, le risposte alle nostre domande in altri se non in noi stessi.
Altro topos rintracciabile è l’importanza attribuita al Caso: il gioco mutevole che trova la sua ambientazione in un labirinto di vie, nell’intersecarsi imprevisto di destini umani che si incrociano.
Come in Solitecose dove alla routine di tutti i giorni si affianca la novità rintracciabile in ogni nostra attività quotidiana: come prendere ogni giorno lo stesso pullman e non sapere cosa ci aspetterà, chi potremmo incontrare e come ogni singola persona che vediamo ogni giorno possa stranamente influire sulla nostra esistenza.
Ad esempio in Effetto, il cantautore si chiede quando finirà l’effetto provocato, un effetto lacerante e irreversibile derivato da un solo (e fatidico) incontro.
“non so perchè ti ricordo ancora
nonostante noi ci siamo visti una volta sola”.
Viene quasi spontaneo citare Dostoevskij:
« capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all’improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata ».
O ancora in Sara:
“le coincidenze mi sgridano
come se parlassero
cantano con me”
Tutte le sue canzoni dal timbro unico e indistinguibile sono reperibili su SoundCloud attraverso il link che potete trovare sulla pagina Instagram tim0.re.
Articolo e immagini a cura di Veronica D’Alessio e Francesca Mainolfi