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Il 25 novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’ Enciclopedia Treccani definisce il femminicidio come “termine con il quale si indicano tutte le forme di violenza contro la donna in quanto donna, praticate attraverso diverse condotte misogine (maltrattamenti, abusi sessuali, violenza fisica o psicologica), che possono culminare nell’omicidio”. La giornata è stata istituita dall’ONU nel 1999, e oltre vent’anni dopo siamo ancora qui a dover combattere una violazione dei diritti umani: il diritto alla vita e il diritto all’uguaglianza di genere. Basti pensare al caso più recente di femminicidio, quello della ventiduenne Giulia Cecchettin da parte dell’ex fidanzato, avvenuto lo scorso 11 novembre.

Quest’anno, abbiamo deciso di testare il livello di informazione degli uomini riguardo la tematica, partendo dal nostro Istituto: quanto sono informati i docenti e gli studenti del Fermi riguardo la violenza sulle donne? Scopriamolo analizzando le risposte di parte della comunità scolastica.

1. Quand’è la giornata contro la violenza sulle donne?

Dalle risposte, abbiamo evinto che tra ragazzi (16-18 anni) e professori, il 60% non sa quando sia, circa il 30% sa che è il 25 Novembre, mentre il 10% ricorda solo il mese.

2. Qual è la tua concezione della violenza? Fai un esempio.

La maggior parte degli intervistati, definisce violenza qualsiasi maltrattamento fisico e psicologico, in particolare un professore considera violenza anche “Ogni forma di sopraffazione verbale”.

3. Quali pensi che siano le forme di violenza possibili? Qual è più grave secondo te?

“Le forme di violenza sono infinite” afferma un nostro docente, ma tra gli studenti intervistati è stata fatta principalmente una distinzione tra violenza fisica e psicologica. Dal 50% la violenza psicologica è considerata più grave, mentre il restante 50% considera quella fisica più dannosa. In ogni caso sono tutti consapevoli che qualsiasi tipo di violenza comporta un profondo trauma, che esso sia fisico come un livido o una cicatrice, o psicologico. Una riflessione che si è distinta è stata quella di un professore che ha affermato: ”La più grave è la prevaricazione, la violenza in cui la persona abusa della propria posizione e del proprio ruolo sociale per portare avanti forme di violenza, anche non fisiche. È un contrasto, perché di solito la prima violenza a cui pensiamo è quella fisica, ma non sempre essa deve comportare un’aggressione, infatti, quella fisica potrebbe essere solo una reazione”.

4. Pensi sia importante avere una giornata dedicata alla violenza sulle donne o vorresti ometterla?

“La sensibilizzazione non è mai abbastanza” ha detto Fiore Gallo della classe 5B ai microfoni della nostra redazione, condividendo l’opinione della maggior parte degli intervistati che credono nel ruolo fondamentale di questa giornata.

Alcuni però la pensano diversamente:“In generale sono contrario alle giornate di per sé, perché tendono a far perdere il senso delle cose, però meglio averla che toglierla”. Un altro intervistato invece spera che “non ci sia più un periodo in cui sia necessario celebrare questa giornata”.Ha inoltre paura che “questa celebrazione divenga soltanto un’ipocrita manifestazione di intenti che poi non si realizzeranno mai”. (replicare con statistiche per informare)

5. Sai a cosa serve il numero telefonico 1522?

Il 45% degli intervistati non è a conoscenza dello scopo del numero, invece il restante 55% sa che si tratta del numero anti violenza e anti stalking, utilizzabile per denunciare casi di violenza.

6. Hai mai conosciuto qualcuno che ha subito qualche forma di abuso? Come hai cercato di supportar/*?

Solo alcuni tra gli intervistati hanno conosciuto qualcuno che ha subito forme di abuso, il resto però è d’accordo nell’aiutare la vittima rivolgendosi ad autorità competenti, tramite il numero 1522 oppure fornendo supporto psicologico, cercando di essere il più empatici possibile, come ha riportato Thomas Crisci della classe 5C.

7. Secondo te qual è il modo migliore per combattere la violenza sulle donne? Prova ad inventare

La risposta a questa domanda è stata variegata, alcuni credono che debba essere incrementata l’educazione, affettiva e non, tramite incontri formativi nelle scuole e parlandone sui social per arrivare al maggior numero di persone possibile. La nostra redazione è stata particolarmente colpita dai seguenti slogan:

Statv ferm, Angelo D’Addio 4B
Solo un piccolo uomo può commettere violenza, Thomas Crisci 5C
Ama e fai ciò che vuoi, S. Agostino (riportato da un anonimo)
Chi fa violenza sulle donne fa violenza su tutta l’umanità, Fiore Gallo 5B
#rivendichiamoilpoteredelledonne, Domenico Pesce 3C

Purtroppo analizzando le statistiche emerse dalle interviste svolte siamo giunti alla conclusione che pochissimi, casi rari tra quelli selezionati, conoscono almeno le basi dell’argomento. Si può notare il rispetto nei confronti della tematica, ma manca l’informazione, infatti fin quando la popolazione tutta non sarà adeguatamente educata e informata niente davvero cambierà, un uomo sentirà sempre di avere il diritto di uccidere una donna “per amore” o “perché è più forte” e casi come quello di Giulia Cecchettin si ripeteranno. Ciò che tutti dovrebbero imparare è “cosa significa amare e che nessuna forma di amore potrà mai diventare una violenza”[ed è quello che come redazione ci proponiamo di fare tramite quest’articolo.]

Articolo e immagini a cura di: Luciano Carmen, Mauro Raffaella, Corrado Marialaura, Cecere Chiara, Penna Giulia

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