Tv series rule our lives
Avete mai pensato a quanto le serie tv abbiano cambiato la vostra vita?
Molto spesso non ci accorgiamo di quanto effettivamente le serie tv abbiano modificato il nostro stile di vita, a volte positivamente altre no. Basti pensare al fatto che frequentemente originano dei seri problemi, le cui vittime spesso sono ragazzi e bambini.
Forse i nostri parenti non si sbagliano del tutto quando dicono che la televisione non fornisce più modelli positivi ma elementi che possono distruggerci fisicamente e psicologicamente.
Ognuno infatti, può reagire in modi differenti a ciò che vede.
Ad ogni pellicola viene assegnata una classificazione in seguito alla visione del prodotto secondo vari criteri. Queste classificazioni devono essere ovviamente rispettate, perché se guardate da soggetti non autorizzati possono scaturire delle conseguenze letali.
Infatti si è diffuso rapidamente un rilevante grado di allarmismo e un aumento di segnalazioni da parte di genitori ed insegnanti, preoccupati e inorriditi dall’impatto che Squid Game ha avuto sui ragazzi della scuola primaria.
Diversi docenti hanno individuato, all’interno delle loro classi, comportamenti problematici da parte dei bambini e hanno riscontrato difficoltà nella gestione degli stessi. Squid Game mostra alcuni aspetti di una società mossa dall’individualismo, dalla competizione spietata, dalla scarsa empatia, dal voler avere tutto anche a costo di perdere vite umane. Il dato allarmante è che, nonostante la serie sia vietata ai minori di 14 anni, anche i più piccoli l’hanno seguita, trovandosi così esposti ad alcuni rischi. Difatti, diversi bambini hanno iniziato a imitare un gioco presente all’interno del telefilm, si parla in questo caso di “1, 2, 3 Stella!” e chi sbaglia viene punito dagli altri compagni con la violenza.
Un altro esempio è quello della Casa de papel: se ricordate la serie per i momenti di euforia e svago che vi ha lasciato, siete tra coloro che hanno vissuto il meglio dello show; purtroppo una parte del pubblico ha fatto letteralmente propri gli insediamenti della serie inscenando rapine in perfetto stile El professor. Il tutto è accaduto a San Paolo, in Brasile, dove otto finti poliziotti si sono fatti consegnare il carico di 752 chili d’oro in partenza verso New York e Zurigo. Apparentemente sembrerebbe il nuovo remake della serie spagnola, invece è un fatto di cronaca reale. La banda ha fatto perdere subito le sue tracce e l’oro è ormai perso per sempre.
Loro hanno preso la serie troppo sul serio, ma non sono gli unici. C’è chi per una serie tv è disposto a spargere del vero sangue come nel caso di Chiara Gualzetti, scomparsa, il cui cadavere è stato trovato con coltellate alla gola e al torace in un campo ai piedi dell’Abbazia di Monteveglio. Il ragazzo ha raccontato di averla ammazzata perché gliel’ha ordinato una voce superiore, facendo riferimento anche alla serie tv Netflix Lucifer, da cui sembrava essere ossessionato.
Tuttavia le serie tv propongono anche modelli positivi. È questo il caso della serie Atypical che rappresenta l’autismo in modo positivo e autentico. I protagonisti sono Sam e il suo autismo e ci racconta come il ragazzo elabori il mondo, ma non è l’unica qualità che lo definisce. Non è una compilation ambulante di sintomi, è una persona con hobby, relazioni e paure. Fa errori e impara da essi, ha drammi familiari ed è confuso con le ragazze. Il personaggio di Sam è riferibile a tutti, anche agli spettatori neurotipici.
Voi invece cosa credete che ci lascino le serie tv? Ci sono elementi positivi? E negativi?
Articolo e immagini a cura di Federica Cecere, Chiara Armellino e Emma Damiano