Il giovedì grasso

Nel calendario carnevalesco riveste un ruolo fondamentale il giovedì che precede il mercoledì delle ceneri, conosciuto come giovedì grasso, tradizione tipicamente nostrana con un significato fortemente storico e religioso.

Poiché precede la Quaresima, che per i Cristiani è il periodo di penitenza e digiuno di preparazione alla Santa Pasqua, il giovedì grasso è concepito come un momento di abbuffate, come quella solita del martedì grasso.

In tempi passati, in questi due giorni, le famiglie si sedevano a tavola per festeggiare e consumare per l’occasione gran parte delle provviste ed anche i cibi allora più pregiati come ad esempio la carne.

Proprio per questo, si utilizza l’appellativo di “grasso”, a simboleggiare le grandi abbuffate prima del digiuno, per i due giorni più importanti del Carnevale.

Il menù varia nella nostra penisola, tanto che ciascuna regione ha dei piatti tipici e caratteristici in onore di quest’evento. In generale sono i dolci fritti i cibi più gettonati: dalle chiacchiere alle frittelle, passando per le castagnole e i tortelli. A livello regionale sono da ricordare il migliaccio campano, le schiacciate fiorentine, i krapfen di Bolzano e il sanguinaccio napoletano. Oltre ai dessert, nel periodo festivo, in tutta Italia sono parecchio presenti piatti a base di carne di maiale.

In questa data sono caratteristici i festeggiamenti per esaltare il culmine del Carnevale.  In alcune parti d’Italia, il giovedì grasso era anche il giorno in cui si eleggeva il “Re del Carnevale”, cioè la persona più divertente e spiritosa del paese, a cui sarebbe spettato il ruolo di guidare le festività. A Venezia, per esempio, si festeggiava una vittoria della Serenissima, quella del doge Vitale Michiel II sul Patriarca Ulrico di Aquileia. Per ricordarla fu stabilito che ogni giovedì grasso macellai e fabbri avrebbero tagliato la testa ai tori, a livello simbolico l’idea è il togliere ogni ostacolo.

In Toscana, invece, vi è una specifica usanza che prende il nome di Berlingaccio, e significa leccare con insistenza. A Firenze vuol dire abbuffarsi. Si mangia il berlingozzo, un dolce a forma di ciambella che si fa con gli ingredienti dei brigidini.

In Campania, le festività sono caratterizzate da sfilate di carri allegorici, concerti, artisti di strada e spettacoli teatrali che coinvolgono l’utilizzo di maschere tipiche del periodo Carnevalesco.

Il giovedì grasso non presenta mai una data fissa ed è un giorno fondamentale per dare il via al periodo di feste per il Carnevale, tanto che coinvolge la partecipazione di migliaia di persone attraverso balli e canti con succulenti momenti di convivialità.

Articolo e immagine a cura di Cecere Amanda e D’Apruzzo Antonia

 

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *