Opuscolo anti-stupro: ritorno al Medioevo

A Cividale del Friuli, in provincia di Udine, è stato diffuso in tutte le scuole del comune un “opuscolo anti-stupro”. Ci sono diverse fonti riguardanti le dichiarazioni dalla sindaca Daniela Bernardi: alcune la vedono favorevole alla diffusione e altre a sfavore. Allo stesso modo il web si è schierato pro e contro l’opuscolo, come accade spesso in questi casi, e la maggioranza non ha visto di buon occhio l’azione.

Come si è letto negli ultimi giorni, l’opuscolo è stato tolto dalla circolazione il giorno stesso della divulgazione, in seguito ad una riunione della sindaca con il Comitato studentesco. Molte discussioni emerse riguardano il modo in cui è stato trattato l’argomento, ma soprattutto poiché si è discusso riguardo il licenziamento dell’assessore alle Pari opportunità Catia Brinis. Ciò significa che un’azione completamente sessista è stata appoggiata da due donne. È proprio questo che ha suscitato stupore in noi, e ci ha condotto a chiederci: “Se fosse successo nel nostro paese come avremmo reagito?”. Probabilmente avremmo inteso la diffusione come un aiuto a favore delle donne, però una volta aperto l’opuscolo e letto i contenuti saremmo rimaste agghiacciate di fronte ad alcuni consigli retrogradi.

“Alcuni studi hanno messo in evidenza che talvolta l’abbigliamento eccessivamente stravagante o succinto ha richiamato l’attenzione di persone particolarmente violente che avevano travisato le intenzioni della vittima”, “Non guardate intensamente o non fate commenti indirizzati all’altrui ragazzo/a, né sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti”, “Se urtate involontariamente qualcuno presentate prontamente le vostre scuse e non preoccupatevi di quello che altri potrebbero pensare di voi”.

Il problema principale, secondo il nostro parere, non è la presentazione dell’opuscolo stesso, ma i suoi contenuti. Purtroppo spesso si tende ad insegnare alle donne di non essere troppo provocatorie in azioni e abbigliamento, come si asserisce nell’opuscolo, eppure bisognerebbe educare gli uomini a comprendere che una gonna corta e un sorriso non significano consenso.

 

Articolo a cura di Giulia Penna e Carmen Luciano

Immagini a cura di Chiara Cecere, Marialaura Corrado e Gilda Apice

 

 

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