Carpe Diem

Carpe diem (cogli l’attimo): quante volte abbiamo sentito o letto questa frase? Scritta sui muri delle metro, cantata nelle canzoni di “Phineas e Ferb”, citata dai migliori filosofi, la citazione è famosissima, ma sapete da dove proviene?

Carpe diem è il titolo dell’undicesimo componimento del primo libro delle Odi di Orazio, autore latino vissuto nel I sec. a.C., in età augustea. Il carme appartiene al filone gnomico, che riflette sull’incertezza del futuro e l’ineluttabilità della morte. Per Orazio il futuro è ignoto e appartiene solo alle divinità, quindi bisogna godersi il presente cogliendo l’attimo, affidare la vita all’amore, vivere nella natura e affogare gli affanni nel vino, poiché il banchetto è fonte di gioia e benessere psicologico. I precetti che costituiscono il carme sono fondati sul sopportare l’accaduto, non conoscere il futuro e non nutrirne aspettative e infine cogliere l’attimo.

La citazione dimostra come i classici abbiano tanto da dire anche ai millenials e quanto siano attuali da farli nostri. Con delle aspettative così basse per il futuro, Orazio insegna a cogliere l’attimo perché, come affermava anche Petrarca, il tempo fugge e non s’arresta un’ora. Carpe diem non invita a non pensare alle conseguenze, ma a godersi i momenti, anche quelli banali, e festeggiare la vita come se fosse sempre un banchetto di emozioni e gioie!

Articolo e immagine a cura di Miriam Damiano

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