Claudia Cioffi
Claudia Cioffi, editrice, direttore responsabile e fondatrice di Edizioni Primavera, volontaria Nati per leggere, fondatrice dell’associazione Condividiamo, segno zodiacale Bilancia, donna creativa, intraprendente e determinata ha condiviso la sua esperienza lavorativa insegnandoci che non bisogna mai darsi per vinte.
Come mai ha scelto questo lavoro e in cosa consiste?
Il lavoro di editrice l’ho scelto perché mi piaceva l’idea di poter produrre bellezza. È un lavoro che mi consente di stare a contatto con tutto il mondo, in qualsiasi momento, di parlare lingue diverse e di confrontarmi con persone e culture diverse. Consiste nella ricerca di quello che vogliamo portare al nostro pubblico italiano, edizioni che riguardano un target particolare poiché proponiamo libri per bambini e ragazzi. Consiste nello scegliere quali tematiche trattare per poi suddividerle in collane, individuare con chi collaborare, in quanto all’interno di una casa editrice c’è bisogno di figure differenti dagli editori stessi. Il lavoro dell’editore è quello di coordinare e di compiere tutte queste scelte. Essendo una casa editrice piccola il lavoro viene suddiviso tra poche persone. A breve parteciperemo ad una delle fiere più importanti del settore “Bologna children book fair”, una fiera a cui partecipano circa 2000 espositori da tutto il mondo, dove quindi incontreremo altre realtà e valuteremo cosa potrà essere pubblicato anche in Italia, dopo averne acquisito i diritti. Nella mia figura si concentra anche il ruolo di direttore editoriale, mi occupo dell’ufficio diritti cioè l’acquisizione dei diritti dall’estero. Tratto con altre case editrici e agenzie straniere, effettuando la supervisione su tutto il lavoro fatto. Ho contatti con i traduttori, quindi mi occupo anche della parte contrattuale.
Quale è stato e come è stato il percorso per realizzare questo progetto?
Ho cominciato studiando, formandomi, perché la formazione è fondamentale per qualunque tipo di lavoro. Anche se io come percorso di studi universitari avevo fatto tutt’altro, poiché sono laureata in Scienze politiche. Quando mi sono iscritta all’università, e anche dopo, non avevo pensato a fare l’editrice. A mia figlia, nata il primo giorno di Primavera, devo l’ispirazione di questo lavoro, il desiderio di donare ai bambini storie in cui riscoprirsi, stupirsi, in cui trovare legami e allo stesso tempo sentirsi liberi e forti. Nel Sud Italia ancora poche sono le realtà editoriali, in modo particolare case editrici per bambini e ragazzi che come noi hanno una distribuzione nazionale e rapporti con l’estero. Ho cominciato conoscendo, girando tanto e poi formandomi presso una casa editrice ovvero la Minimum fax, partecipando a fiere e osservando tutto ciò che riguardava il settore. Ho incontrato persone, ho preso contatti e questo poi mi ha portata a creare la mia casa editrice.
Come concilia lavoro e famiglia?
Li concilio in maniera molto semplice. Sono riuscita a crearmi un ufficio vicino casa per cui mia figlia non ha mai sentito la mia mancanza perché tranquillamente può essere con me, quando non è a scuola o quando non ha i suoi impegni. Ci riesco tranquillamente, tutto sta nel sapersi organizzarsi ma soprattutto nell’avere accanto persone intelligenti.
Ha mai subito discriminazioni in quanto donna nel suo percorso?
No assolutamente. Il mio settore è pieno di donne. In tutto il mondo ci sono diverse donne impegnate nel settore dell’editoria come editrici, traduttrici, illustratrici. Un messaggio bello che voglio trasmettere è che il merito, soprattutto in alcuni settori, viene ripagato.
Ha avuto un’altra donna a cui si è ispirata e/o a cui si ispira?
No, devo dire di no. Mi ispiro solo a tutte le donne in gamba che si impegnano tutti i giorni, con cui sempre mi confronto. Quello che ammiro è l’esperienza, perché ci sono donne che lavorano nel settore da tempo e ammiro la capacità di non abbattersi e di seguire sempre i propri sogni con costanza e determinazione.
Secondo lei nel 2022 ha ancora senso parlare di festa della donna?
Ha senso, certo. Come evento da non dimenticare, l’accaduto che ha dato vita alla festa della donna, come Giornata internazionale della donna. Ha senso commemorare e ricordare il percorso che le donne hanno fatto per raggiungere il ruolo che rivestono oggi nella società e nel mondo del lavoro, il difficile e sempre aperto cammino per l’emancipazione. Ha senso parlare di donne nel mondo del lavoro finché effettivamente ci sono delle discriminazioni. Purtroppo ci sono ancora degli stereotipi che vedono la donna ancorata solo a determinati ruoli.
Secondo lei qual è il ruolo della donna nella società di oggi?
Il ruolo della donna è importante e alla pari di quello dell’uomo. Io penso che ognuno debba ricavarsi il ruolo che gli spetta, che sia donna o uomo. Sicuramente le donne sono forti e determinate e, quindi, sono un elemento portante della società.
Quale messaggio vuole lasciare alle giovani donne?
Alle giovani donne voglio dire di non lasciarsi mai scoraggiare, di non lasciarsi mai condizionare da quello che pensano gli altri. Soprattutto le donne che vivono nei paesi piccoli possono subire il pensiero di chi le abbatte, demoralizza all’idea di andare fuori a viaggiare. Io invece dico viaggiate, viaggiate tanto e leggete tanto perché è importantissimo e, soprattutto, seguite soltanto la vostra mente e il vostro cuore.
Articolo e immagini a cura di Nunzia Fierro